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Recensione Garden Prog 2011

 

 

 

 

Ecco una mega-recensione dedicata all’ ex-Verona Prog Fest che quest’anno si chiama Garden Prog, perché ospitato direttamente dentro al Club il Giardino e non più in una struttura esterna come nelle scorse edizioni.

 

 

 

13 maggio: Il primo weekend inizia con gli ICY WATERS UNDERGOUNDIl,  gruppo veronese che omaggia il periodo psichedelico dei Pink Floyd si sposta in avanti nel tempo per riproporre “Animals” proposto qui per la prima volta. In difficoltà nella prima parte del concerto (in “Dogs” il gruppo fatica ad emozionarsi e ad emozionare) migliora un po’ alla volta, ma non convince del tutto. Per me, che li ho visti e apprezzati più volte, non è stata una delle loro serate migliori. L’ attenuante: gli Icy Waters hanno dovuto sostituire i Masons, il gruppo che avrebbe dovuto aprire la rassegna, che un mese fa ha purtroppo perso il batterista in un incidente stradale.

 
 
 
 
 
 
 
13 maggio: ALEX CARPANI BAND
 
“Bravi ma…” con questa frase si potrebbe riassumere il concerto della band del tastierista di origine svizzera. Carpani è bravo su questo non c’è dubbio. Quello che mi ha lasciato perplesso è il repertorio. La proposta musicale è già ruffiana in partenza: un progressive sinfonico che potremmo definire “canonico” o “come da manuale del Prog”. Che tradotto significa: “Ehi voi! Orfani dei Genesis! Venite qui che vi facciamo sentire esattamente quello che volete sentire! Anzi vi facciamo anche una cover di Firth of Fifth! Anzi la facciamo ancora più veloce!!!”.
“Veloce” è la parola chiave (negativa) della serata. La band sembrava aver fretta di suonare i brani, tutto veloce, frenetico, con conseguenti “sbavature” qua e là, a discapito delle emozioni. Nessuna presentazione degna di nota per i brani propri, solo le cover vengono presentate, quando invece non c’è n’era bisogno (la già citata Firth of Fith attaccata al finale di Cinema Show, Rivendell dei Rush e Starship Trooper degli Yes). Insomma, bravi ma… un po’ di originalita, please! E un po’ di cuore!!! E lo scarso pubblico in sala ne è la prova.
 
 
 
 
 
 
14 maggio: WICKED MINDS
 
Nati negli anni 80 i Wicked Minds propongono un hard rock leggermente sfumato di prog (leggi: Hammond+Leslie). Forse un po’ fuori tema in questa rassegna,  sono comunque un ottima band che già negli ascolti su disco dimostra un “tiro” notevole. Impatto confermato ampiamente anche dal vivo. L’orecchio viene inevitabilmente attratto dal tastierista (o in questo caso organista? o hammondista?) che dimostra una tecnica notevole. Come potete immaginare vedendo la foto sotto, l’occhio viene invece attratto dalla voce solista di recente arrivata nel gruppo. Per sostituire il precedente cantante può contare non solo sul suo aspetto ma su una voce forse meno potente ma capace di raggiungere vette che molti si sognano.
 
 
 
 
 
 
14 maggio: MAXOPHONE
 
Autori di un solo album omonimo, datato 1975, i Maxophone sono poco conosciuti al grande pubblico del progressive, anch’io non sapevo chi fossero fino ad un mese fa, immeritatamente. L’album è infatti molto bello, ci sono i tipici elementi del pop-prog italiano di quegli anni ma anche una forte personalità; brani complessi ma allo stesso tempo ricchi di melodia. La bravura dei musicisti è qui al servizio della musica e non viceversa (Carpani… se ci sei batti un colpo!). Riunitisi da qualche anno sono in grande forma e il concerto lo dimostra! Lo dimostrano la freschezza dei pezzi vecchi, che vecchi non sembrano. Lo dimostrano i brani nuovi, bellissimi. Lo dimostrano l’affetto e, soprattutto, il calore del pubblico, abbastanza numeroso se consideriamo la poca fama di cui il gruppo gode. E poi lo avete mai visto un batterista-violinista?
Concludo con la frase della serata (riferita alla fatica di suonare quei brani ad una certa età): “un attimo di pausa che cambio la batteria del pace-maker”.
 
 
 
 
 
 
 
15 maggio: METHODICA

Grande professionalità caratterizza questa giovane band veronese. Il loro sound sta a cavallo tra il metal e il progressive, ma riesce a evitare il tecnicismo fine a se stesso, tecnicismo che appartiene a molte nuove band dei due generi succitati (posso dirlo ancora? … Carpaniiiii).
I loro brani sono elaborati ma allo stesso tempo contengono melodie che… “ti entrano dentro”. Il gruppo è molto affiatato e il concerto è stato veramente coinvolgente, anche per uno come me che non è un amante della componente metal. Oltre ai loro brani hanno proposto per l’occasione una bella versione “metallizata” di Firth of Fifth. Prossimamente saranno impegnati in alcune date live veramente importanti per il loro futuro.
 
 
 
 
 
 
15 maggio: DELIRIUM
 
Il primo week-end del Garden prog si conclude con i Delirium, proprio quelli di “Jesahel”, la loro canzone più famosa (Festival di Sanremo 1972), che al sottoscritto non è mai piaciuta. Anche perché non è indicativa delle sonorità del gruppo.  L’uso del flauto traverso che Martin Frederick Grice suona alla Jan Anderson avvicina il gruppo alle sonorità dei Jethro Tull, ma in generale possiamo parlare di una ottima miscela di rock, folk e jazz.
Il repertorio della serata è una alternanza di pezzi tratti da tutti gli album della band: i tre degli anni 70 e il recente Il Nome del Vento del 2009. A cui vanno aggiunti piccolo medley dedicato ai Jethro Tull, e un omaggio ai Beatles. Da segnalare che all’interno di uno dei brani dell’ultima produzione “Verso Il Naufragio” è incluso il tema portante di Theme One dei Van Der Graaf Generator. Anche se l’età avanza i Delirium rimangono giovani grazie alla passione che traspare dalla loro esibizione e anche dalla simpatia con cui si “prendono per il culo” tra un brano e l’altro. Avercene di giovani così!!!
 

 

 

 

20 maggio: ACCORDO DEI CONTRARI

Il secondo week-end del Garden Prog si apre con un quartetto che propone musica strumentale in perenne equilibrio tra tecnica e melodia. Con una chitarra dalla propensione ritmica, inevitabilmente il “peso melodico” della band è quasi totalmente a carico del tastierista che diffonde sonorità vintage grazie a un parco-strumenti da favola: Hammond+Leslie, Arp Odissey, Piano Rhodes. Ad un impatto sonoro che talvolta può ricordare la musica degli Area si contrappone un sound spesso “canterburyano”, sound che ha sempre fatto breccia nel mio cuore.  Ascoltandoli mi viene spontaneo trovare similitudini con i miei concittadini DFA o con gli Arti e Mestieri. Il concerto è una alternanza di momenti aggressivi con altri più riflessivi, con il risultato di un ascolto piacevole sia per chi ricerca la tecnica sia per chi preferisce farsi cullare da sonorità morbide. 

 

 

 

20 maggio: LA LOCANDA DELLE FATE

La Locanda delle Fate è stata accolta da un pubblico numeroso e curioso di sentire dal vivo i brani di “Forse le lucciole non si amano più” l’unico loro album uscito nel ’77. Su questo album, che gli ascoltatori in sala conoscevano molto bene, è stato in effetti improntato l’intero concerto. L’unica eccezione: un mezzo-inedito, “Crescendo”, un vecchio brano strumentale, che il gruppo eseguiva dal vivo negli anni 70, completato da poco con un testo. Davvero un bel brano!
È stato un bel concerto, fatto da un gruppo di “amici-amici” attesi da tanto tempo a cui si è legati non solo dalla musica ma anche da un po’ di affetto. E la serata si è riempita di “vibrazioni positive” che hanno aggiunto valore alla bravura dei musicisti. Bello!!!

 

 

 

 

21 maggio: 1) ASTRALIA 2) CAVALLI COCCHI-LANZETTI-ROVERSI

Al Club il Giardino si esibiscono gli “Astralia” e “Cavalli Cocchi-Lanzetti-Roversi” con ospite Aldo Tagliapietra, ma il fotografo della recensione non era presente perchè si trovava a Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22 maggio: THE RED ZEN

Ultima serata per il Garden Prog 2011. Stasera il  bravissimo chitarrista Ettore Salati (The Watch, Alex Carpani Band) ritorna al club con un suo recente progetto: The Red Zen.  La proposta musicale del quartetto è un progressive strumentale; brani costruiti attorno ad un riff o ad un giro ritmico dove trovano spazio i “solo” di chitarra (soprattutto) e tastiere. Queste ultime peraltro non molto presenti nell’economia dei brani, poco udibili se non in occasione degli assolo.Sono rimasto un po’ perplesso nel vedere in più di un caso scambi di occhiate e altri gesti eloquenti tra i musicisti, come se talvolta non fossero sicuri di come dover suonare i brani. Ma poco dopo loro stessi svelano l’arcano: il CD appena uscito “Void” altro non è che il frutto di 6 ore di jam session, arrangiate, poi ri-registrate e infine messe su Cd. Ettore Salati è evidente protagonista assieme alle sue chitarre, che cambia spesso. Capita di vedere una doppio manico 12+6 corde e perfino un sitar. Per il brano “Alexa In The Cage”, unico brano cantato del disco, sale sul palco alla voce come ospite Joe Sal, fratello di Ettore. Il concerto scorre veloce senza particolari cose memorabili da raccontare.

 

 

 

22 maggio: GRAN TORINO

Chiude il festival un’altra band veronese i Gran Torino. Anche la proposta musicale di questo secondo quartetto è un progressive strumentale, questa volta non frutto di improvvisazioni! I brani estratti dal recente album “grantorinoProg” sono brevi. La band è affiatata e il suono compatto, con il baricentro spostato verso la chitarra a discapito delle tastiere, impegnate prevalentemente in armonie appartenenti più al metal che al progressive canonico. Per sentire un assolo “classico” del pur bravo tastierista dobbiamo aspettare le cover, queste sì invece tutte appartenenti a gruppi dell’area progressive: Tarkus, Il Ragno, Watcher of the Sky, Luglio Agosto Settembre (Nero), Cinema Show, È Festa (alcuni brani interi, altri solo degli estratti). Una volta impazzivo per gli assoli del batterista di turno (Emerson su tutti) adesso li trovo inutili, mi danno quasi fastidio, ecco quindi che, senza entrare in giudizi tecnici, non ho particolarmente apprezzato il solo di questa sera. In conclusione, e ricordando le premesse di cui sopra, il genere va “ascoltato” e non “sentito” come tanta altra musica, quindi difficile giudicare dopo un solo ascolto, detto ciò i brani, al primo impatto, scorrono via senza particolari distinzione uno dall’altro. Da riascoltare con calma… i link li trovate come sempre qui sotto.

 

 

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