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Recensione di Paolo Brilli

dal sito hardsound.it

 

 

Quattro giovani musicisti italiani amati del rock e dell’hard rock inglese, che poi scoprono il progressive sofisticato e molto tecnico degli anni settanta: cosa possono fare se non formare un gruppo con l’intento di miscelare queste due caratteristiche? Ecco che nascono ed esordiscono tramite la Galileo Records i Gran Torino. Il disco intitolato semplicemente “grantorinoProg” è sul mercato da fine aprile, ed è composto da dieci brani tutti strumentali che miscelano il prog con il rock utilizzando anche qualche rimando più vicino alla fusion. Il risultato complessivo è un disco che scorre piacevole, e che mette in mostra come questo incastonarsi in quella nicchia di mercato di prog strumentale fatto di ricercatezza e finezza, e dove pezzi come “Sinapsi” e “Miridiana” sono delle piccole perle di pregevole fattura. Un misto di prog rock italiano anni settanta, qualche accenno (quasi più ispirate dal momento che scritte e preparate) sono i pilastri della musica dei Gran Torino. Certo non parliamo di un disco di grandissimo respiro vista la sua sonorità particolare, e la mancanza magari di qualche ricerca di assolo in più tende ad uniformare forse un po’ troppo la proposta di tutta la sua durata, ma un esordio così fa veramente sperare in un futuro florido.

 

 

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